sabato 17 agosto 2019

Dialogo con Antonella Cilento di Luca Alerci








Antonella Cilento è una scrittrice, una promotrice culturale, una delle più importanti e generose docenti di scrittura italiane, una intellettuale sfaccettata. Vorrei partire dalla tua produzione letteraria e, in particolare, da Morfisa, romanzo del 2018, originalissimo, complesso, labirintico, parola borgesiana, quel Borges che intravediamo nei viaggi nel tempo e nell'invenzione fertile e colta. La scrittura di Antonella Cilento è una scrittura che, pur sul filo del piacere dell'invenzione, ha ormai il potere di decodificare il mondo mediterraneo, per farlo continuare a vivere nella sua insondabilità, con una voce innovativa, amica della storia, come però fosse in un eterno crepuscolo. Morfisa è secondo me un libro di un nuovo approdo. Lo hai vissuto cosi anche tu? 

Sono felice che ogni tanto i lettori più accorti notino il nuovo approdo di Morfisa: si, è il mio libro più libero, più rischioso e inventivo ma sia l'editore (e l'editoria in genere) sia i recensori non sembrano essersene accorti. Credo e so di aver fatto qualcosa di nuovo con Morfisa (nuovo non solo per il mio percorso) ma forse ho esagerato, abitiamo tempi dove il nuovo deve luccicare in superficie e non correre rischi. Mi è capitato anche con Isole senza mare, che è libro diverso eppure ugualmente correva il rischio di mescolare la biografia con il romanzesco intrecciando storie specchianti che non si incontrano in modo letterale ma solo metaforico. In Morfisa si è compiuto un percorso acquatico e mediterraneo che era iniziato tanto tempo prima, non solo nelle protagoniste femminili (Aquila di Isole senza mare, Lisario e Morfisa) ma anche come hai ben colto nel rapporto con il mare nostrum. Di recente in una Summer school tutta dedicata alle letterature del Mediterraneo, mi sono ritrovata a fare una sintesi: tutte le volte che i miei protagonisti sono entrati dal mare a Napoli (ne Il cielo capovolto, in Una lunga notte, in Lisario, in Morfisa) e le mie origini sarde, oltre che napoletane, con una nonna e una mamma spaventate dal mare e che mai hanno imparato a nuotare, figlie di un'isola nell'isola, La Maddalena, e di un nonno capitano di lungo corso.
Arrivi dal mare, morti e rinascite in mare, sono diventate con Morfisa l'infinito potere femminile dell'acqua e del raccontare storie, la consapevolezza di poter raccontare qualunque cosa, l'affermazione assoluta del potere creativo e insieme la sintesi di Napoli e della sua storia più dimenticata e delle connessioni narrative che vanno da Napoli alla Francia al Giappone medievale. Si, Morfisa, è stata un'affermazione di potenza o forse una constatazione di libertà, di una libertà tutta femminile.

L'attività di insegnamento di scrittura è ancora e sempre più un tuo orizzonte di riferimento. È come un'attività di semina, che insegna a seminare: idee, suoni, simboli, visioni. Quali sono le prospettive per la nuova stagione? 

Insegnare scrittura è un'attività a tempo pienissimo da quasi trent'anni per me: parte ora il secondo anno del primo master in scrittura e editoria nato dalla collaborazione fra la scuola che ho fondato, Lalineascritta (www.lalineascritta.it) nel 1993 e l'Università Suor Orsola Benincasa: l'avventura universitaria dei nostri corsi apre la possibilità agli studenti da sud di formarsi a Napoli e fare tirocini presso grandi e medi editori di portata non locale ma nazionale. Questa direzione nazionale e internazionale che la scuola ha preso crescendo in staff, siamo in 7 ormai, ospitando da sempre grandi nomi dell'editoria italiana e approdando anche a una sede finalmente tutta nostra è una svolta essenziale, che ci rende tutti orgogliosi.
Il nuovo anno de Lineascritta propone trenta diversi percorsi fra corsi annuali, stage, workshop, lezioni magistrali e, dallo scorso anno, lo speciale corso dedicato al tutoraggio di romanzi o raccolte di racconti da presentare ad agenti e case editrici: Viaggio al termine del romanzo. Il master Sema, Viaggio al termine del romanzo e i corsi in web conference, che hanno un seguito nazionale e internazionale consolidato e consentono a chi è lontano di seguire in diretta e in registrata le lezioni, sono i nostri fiori all'occhiello. Lalineascritta è ormai un percorso completo che va dalla narrativa alla drammaturgia, dalla sceneggiatura all'editoria, dal teatro alle arti visive.

Antonella Cilento ha dato vita, ormai più di un decennio fa, ad un rete di scrittori meridionali capace di far dialogare voci allora sole, isolate come solo al sud si può essere. Un'esperienza che ha visto nel tempo emergere queste voci, alcune, oggi, tra le più significative del panorama letterario italiano. Un progetto sperimentale e insieme civile, difficile in un'epoca in cui i contesti si sfilacciano sino a scomparire. La cultura del sud vive molte contraddizioni, è sempre tentata dalla seduzione esotica, ed è spesso strumentalizzata, in un'epoca in cui le tentazioni separatiste risorgono, anche al sud. Qual è lo stato della cultura meridionale oggi? 

La cultura meridionale oggi soffre ancora di una ricezione esotica, è vero. Tante voci, tanti scrittori, ancora pochissimi seri editori e una sudditanza, una schiavitù culturale verso il management del nord. Eppure è qui che accadono le uniche novità culturali, qui che esiste un fermento, qui che germina il nuovo. Siamo ancora lontani da un vero cambiamento economico tale da mettere in pari l'industria culturale meridionale con quella del resto del Paese, ma senza le voci che vengono da sud quell'industria avrebbe veramente poco da dire...
Far nascere un master a Napoli è nel nostro piccolo un segnale: la rivoluzione può nascere da sud, dipende dalla nostra tenacia e dalla nostra serietà (penso a Sellerio).

E in ultimo, tornando alla Antonella Cilento scrittrice in proprio, cosa hai in serbo? 

Sono alle prese con la promozione di Non leggerai, uno young adult uscito per Giunti a maggio, dove mi sono molto divertita ma ho anche amaramente messo in luce la condizione culturale del nostro Paese (e non solo).
Sto raccogliendo trent'anni di lezioni di scrittura e poi anche altro, ma è presto per parlarne...

Grazie Antonella, a presto. 
A prestissimo


inediti _ la visita

  La visita Vivo qui. È una casa a schiera, costruita ormai cent'anni fa. Tutte le piccole case adiacenti hanno la stessa struttura: ad ...